Qualcosa di me

Emanuela Masini (Roma, 1957)

Al menarca la donna incontra il proprio potere,
nella fase ciclica lo sperimenta,
con la menopausa la donna diventa il proprio potere

proverbio nativo americano

Accompagno le donne, che si stanno avvicinando, stanno vivendo o sono interessate a conoscere meglio il naturale periodo di trasformazione che porta alla Menopausa, meglio alla plenitudine, che non è la società che distribuisce luce e gas, ma la pienezza della vita dopo la fase fertile. È tempo di riscrivere la narrazione di questa naturale fase di transizione e scoprire l’opportunità e la preziosità che essa offre a ogni donna.

Offro uno spazio sicuro di ascolto, stimolo e riflessione nel quale attraversare la fase che la donna sta vivendo e avventurarsi insieme in un viaggio verso la Donna SelSaggia all’interno. Non è un refuso: Selvaggia e Saggia insieme, ad indicare la completezza della menopausa, quell’arrivare ad Essere se stesse, sperimentando la pura Gioia che ne deriva, agendo naturalmente al servizio dell’evoluzione propria e dell’Umanità intorno.

I principali strumenti di supporto al viaggio sono: l’art-counseling, il Metodo T.R.E®, il Longevity Energetic  e la mappa della Menopausa in un armonico fluire fra arte, corpo, spirito e mente.  E’ di fondamentale importanza rilasciare anche a livello neurofisiologico tensioni e traumi per ritrovare equilibrio e Gioia di Essere. Così come è importante esprimere liberamente se stessi attraverso l’arte che è un potente mezzo per esternare quello che a volte è difficile esprimere a parole, indipendentemente dal valore artistico della creazione stessa.

Gli incontri sono individuali o di gruppo, online o in presenza.

Come sono arrivata a fare quello che faccio oggi

L’inizio
In un tempo-spazio che non so definire a parole, ma che so di aver frequentato migliaia di volte – come te probabilmente e molti di noi qui sulla Terra in questi tempi di mutamenti profondi – ho scelto di nascere di nuovo, di tornare su Terra Gaia in un corpo in carne e ossa
all’alba di un giorno d’inverno del 57
a Roma,
prima di tre figli,
in una famiglia moooolto religiosa dove la donna era concepita
o Madonna – santa “prima il dovere (di madre) e poi forse il piacere, ma non troppo” o Eva – peccatrice per antonomasia, la cui bellezza era opera del diavolo per indurre in tentazione l’uomo.

A 7 anni volevo “sposarmi con Gesù“, che tradotto in termini pratici significava farmi suora, cosa che i miei non hanno concesso: se fosse stata la mia strada, lo sarei diventata comunque da grande. Li ringrazio di cuore per quella che allora fu un grande dispiacere per me, io volevo davvero sposarmi con Gesù.

Ricordo la mia adolescenza costellata di interminabili e animatissime discussioni soprattutto con mio padre, uomo di grande religiosità (trovò la sua strada intorno ai 60 anni, quando, rimasto vedovo, prese i voti di frate francescano e così visse gli ultimi 30 anni della sua vita).
Discutevo con lui sul peccato originale, la verginità della Madonna, il figliol prodigo, la Maddalena peccatrice, l’infallibilità del papa … Non poteva essere come dicevano loro, era troppo ingiusto e incoerente con il messaggio di Gesù.
Neppure con mia madre avevo un buon rapporto; mi spiegò la parte pratica e biologica del diventare donna,  sottolineando soprattutto che da quel momento avrei dovuto fare attenzione ai ragazzi e ancora di più agli uomini. La sua grande preoccupazione era che arrivassi vergine al matrimonio. È morta troppo giovane per poterne parlare da donna a donna.
Oggi so e sento che non avrei potuto avere genitori migliori per Essere me. Li onoro e li ringrazio per l’inestimabile dono della vita che mi hanno dato.

Una scelta diversa
Ma allora che liti!! … A 17 anni smisi di andare in parrocchia, guadagnando lo stato di  “pecora nera” della famiglia. Iniziai a frequentare i collettivi di sinistra e soprattutto la Casa delle Donne (allora, erano gli anni 70, in uno stabile occupato di via del Governo Vecchio). Lì ci riunivamo nei i gruppi di autocoscienza, cerchi di donne ante litteram, per parlare liberamente di temi tabù in casa mia, dal sesso al piacere, dalla libertà all’uguaglianza.  Fu un lungo periodo di lotta e ribellione che insieme alla legalizzazione di diritti fondamentali (come l’interruzione volontaria delle gravidanza, l’abolizione del matrimonio riparatore, del delitto d’onore …), ha portato, non solo in me, una durezza e una sorta di negazione della grazia e della morbidezza del femminile. Più avanti il mio lavoro sarebbe stato di analista-programmatrice in un ambiente prevalentemente maschile. Mi sentivo fieramente “uguale agli uomini”. La maternità e un certo “tipo” di donna era molto lontana dai miei pensieri e previsioni.

Yoga e spiritualità 
A 30 anni ero irrequieta, sentivo un profondo bisogno di altro. A dispetto di un iniziale scetticismo, trovai nello yoga e nella meditazione un nuovo equilibrio. Grazie alle asana il mio corpo, e anche la mia mente, iniziarono ad ammorbidirsi. Avevo la chiara sensazione di aver ritrovato il flusso della mia vera vita, una spiritualità tutt’altro che dogmatica che mi stava permettendo di aprirmi ad una nuova visione di me e della vita.
Sono stata sposa e poi madre dei miei due magnifici figli. È stato naturale dedicarmi a loro, i migliori Maestri quotidiani che potessi mai avere su questa terra. Nonostante a tratti non sia stato facile, né indolore, sono felice e grata della scelta fatta, così come degli anni a Strasburgo, dei corsi di meditazione frequentati e offerti in Francia e in Italia. Dopo vent’anni però il mio modo di praticare yoga e meditazione era diventato una gabbia rigida e arida e ho avuto bisogno di un ulteriore cambio.

Le danze, i cerchi di donne, la menopausa
Sono arrivate così le danze consapevoli, la gioia del movimento, la Gioiastica, i cerchi di donne alla Luna Piena, la Benedizione del Grembo, il counseling artistico, la psicoterapia, corsi e formazioni di tanti approcci diversi in cui ho imparato, sperimentato e acquisito strumenti di conoscenza di me, in primis,  e di accompagnamento dell’altro da me.
La profonda trasformazione della mia menopausa ha accentuato la mia ricerca di senso e di maggiore connessione con il Tutto portandomi, come da adolescente, a mettere in discussione la visione comune e, per quanto in mio potere, a  riscrivere la storia della menopausa. Amo portare la versione evolutiva della transizione della plenitudine (non più menopausa) non solo alle donne che la stanno attraversando, grazie ai percorsi personali e di gruppo, ma anche agli uomini e alle donne più giovani che partecipano agli incontri introduttivi che ho iniziato a fare con l’arrivo delle c’Arte della menopausa. In questo momento (settembre 2024) sto mettendo a punto un nuovo percorso di avvicinamento alla plenitudine, completamente autogestito grazie alle c’arte e a un diario-guida. Se vuoi essere fra le prime a sperimentarlo contattami qui per avere ulteriori informazioni.

Un ulteriore passaggio
Dopo diversi anni, all’inizio dell’estate 2024 ho sentito il bisogno di fermarmi e  “riallinearmi” con le mie priorità e il mio Essere su questa terra. È stata un’estate intensa di cui desidero per il momento condividere solo due cose.
In questo periodo di fermo, ho partecipato ad una meravigliosa settimana all’Art Village, comunità temporanea nell’Appennino tosco-emiliano basata sul servizio, la co-creazione di esperienze artistiche e di crescita personale e il dialogo tra il maschile e il femminile.
Ferragosto è stata una giornata speciale. La mattina noi donne abbiamo fatto il nostro cerchio nel bosco, mentre gli uomini badavano ai bambini e al villaggio, preparandosi ad accoglierci al ritorno. Ci hanno in effetti accolto e onorato come dee, con un amore e un rispetto che hanno veramente toccato il mio cuore. Ancora più toccante per me è stato accogliere gli uomini la sera al ritorno dal loro cerchio pomeridiano nel bosco. Avevamo preparato molte cose (così come avevano fatto gli uomini a pranzo): aperitivo, coccarde fatte dai bambini, musica, cibo buono, massaggi. Insieme ad altre quattro donne, ho scelto di accoglierli con la lavanda dei piedi: un gesto di una profondità e di una bellezza che solo facendolo si può sperimentare e comprendere. Un atto di umiltà che è tutt’altro che sottomissione, è il portale di una vita nuova, il passaggio verso un’armonia condivisa, verso l’Amore che è lo scopo ultimo per cui siamo tutti qui incarnati. Ho sperimentato l’onorare l’uomo, la magnificenza di rispettarlo sinceramente e di accoglierlo senza giudizio e l’importanza di smettere di fargli guerra.

La seconda e non meno importante condivisione che voglio farti è che mia figlia aspetta un bimbo, diventerò nonna.  È un passaggio di vita importante e bellissimo che mi riempie di gioia e di gratitudine. La nonnitudine mi sembra già una cosa bellissima. Ad ottobre, andrò a Madrid dove vive mia figlia con il suo compagno francese e dove nascerà il bimbo. Non so trovare le parole per esprimere la bellezza e la magnificenza dell’accompagnarla durante e gravidanza, e poi il parto e i primi giorni da mamma.

Se desideri sapere di più puoi leggere qui un po’ della mia formazione.

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