Abbiamo già incontrato il respiro nei suggerimenti per il corpo della sesta parola: presenza.
Respiro formato da RE, che indica la ripetizione di un’azione anche al contrario e da SPIRO, “soffiare”. Dal sostantivo al verbo, all’azione, per quanto involontaria. Io Respiro. Io sono viva. La vita scorre nel mio corpo grazie al Respiro.
Togliendo re, cioè smettendo ripetere l’azione, io spiro, lascio questo piano di esistenza terrena. La nostra vita inizia con la prima inspirazione e termina con l’ultima espirazione, né più, né meno. Questa riflessione fa nascere in me, e forse anche in te, un senso di gratitudine, di meraviglia per la forza vitale del respiro che diamo per scontato.
In quante situazioni diverse usiamo la parola respiro! C’hai mai fatto caso?
“Ho bisogno di un attimo di respiro”. “Mi manca l’aria in certe situazioni” ”Quella relazione mi soffoca” “Questa vista allarga il respiro” “Un progetto di ampio respiro”
E’ sempre una metafora per un senso “Sollievo, liberazione, tregua o sosta, pace, liberazione da fatiche, impegni affannosi, preoccupazioni”.
Suggerimenti per il corpo
Riprendiamo il suggerimento della parola presenza. Repetita juvant. Abbiamo a portata di mano in ogni istante uno strumento sicuro per tornare in uno stato di presenza: il respiro. Ogni volta che portiamo l’attenzione al respiro, torniamo qui nel corpo, nella vita, nel dono che è la vita. Oggi quante più volte puoi, per esempio ongi volta che prendi il cellulare in mano, porta l’attenzione a due tre respirazioni prima di proseguire ad usarlo. Osserva cosa accade.
Ci incontriamo il 21 marzo mattina per giocare a Villa Ada (Roma) con le 21 parole per il 2021, ognuno con la propria parola e tutti quanti insieme. Porta con te qualcosa per stare sedut@ comodamente sul prato, una penna e una bella dose di curiosità. La partecipazione è a offerta libera. Info e prenotazione qui
Perché 21 parole per il 2021?
Umanamente ed emotivamente, nell’ultimo anno, più della pandemia sta mietendo vittime l’Infodemia, la quantità di informazioni, spesso contraddittorie e fuorvianti, emesse dai media a tutte le ore, con modalità e termini da “bollettino di guerra” più che di semplice informativa o, meglio ancora, di educazione alla prevenzione e al rafforzamento del sistema immunitario.
Qual è lo scopo del tipo di linguaggio che usa la maggior parte dei media? Quale impatto ha sulle persone? Quale altro linguaggio può sostenere la presa di consapevolezza in noi? Quali parole possono aiutare la nascita della nuova umanità che sta emergendo, a parere di molti, me compresa?
Sentivo e sento l’esigenza di un linguaggio nuovo, di riportare valore a parole logorate da un uso eccessivo e strumentale, di trovare parole nuove, inventarle, prenderle a prestito da altre lingue, magari quelle antiche, invece dell’imperversante inglese. L’estate scorsa ho condotto un’indagine fra amici, conoscenti, seguaci della pagina Facebook e iscritti alla newsletter da cui sono emerse una lista di parole che ho poi integrato e studiato. Hu pubblicato poi le 21 parole finali a cadenza più o meno regolare su questo sito, sulla pagina facebook e sul mio profilo instagram da luglio 2020 a febbraio 2021.
E’ arrivato il momento di giocarci dal vivo e in natura per:
vagabondare nella bellezza del linguaggio riconoscere il potere parole creare uno spazio e un tempo di ludica contemplazione stimolare il pensiero contribuire al linguaggio della nuova umanità ritrovare fiducia nell’essere umano accogliere e integrare le emozioni dare spazio alla propria umanità ispirarci a vicenda restare uniti ritornare al centro di sè abitare la propria unicità nutrire il proprio Essere stare con ciò che c’è aiutarci a scoprire il senso di ciò che accade mantenerci saldi nel caos onorare la Vita che rinasce e gioire di essere vivi ridare dignità alla morte riconnetterci con i cicli della natura percepire l’interconnessione fra ciò che è dentro e ciò che è fuori di noi praticare la gratitudine
Si salveranno solo i flessibili e i diversamente agili, quelli con le prospettive e i pensieri ampi. Si salveranno quelli che sbagliano in fretta e fanno delle cadute slanci, i domatori del pessimismo, i navigatori disancorati e gli apprendisti stregoni in generale. Si salverà chi accorda il respiro e i pensieri al presente, chi ascolta fino in fondo prima di parlare, chi sa che l’acqua arriva sempre al mare e non impreca contro il buio, ma si fida del tunnel, perché sa che la luce non va cercata fuori ma accesa dentro.
Il nostro viaggio con le 21 parole per la nuova Umanità è arrivato all’ottava tappa: Respiro, la più vitale della parole. Quanto tempo possiamo vivere senza respirare? senza che l’aria entri ed esca dai nostri polmoni? L’abbiamo visto ancor più chiaramente durante la Pandemia. Parleremo di questa parola con un respiro più ampio, è proprio il caso di dirlo, che non la “semplice” azione del respirare. Ma andiamo con ordine, non prima di aver ricordato le 7 parole che hanno preceduto Respiro: Semplicità, Fiducia, Amore, Coraggio, Gioia, Presenza e Mudita.
SIGNIFICATO
Respiro1.a. Il respirare, l’alternarsi dei movimenti respiratorî, b. Ogni singolo atto della respirazione c. fig. Sollievo, liberazione, tregua o sosta, pace, liberazione da fatiche, impegni affannosi, preoccupazioni 2. In musica, sinon. poco frequente di pausa di breve durata 3. In fonderia, foro (detto anche montante), praticato nella parte superiore della forma allo scopo di mettere in comunicazione la parte più alta del getto con l’esterno, per consentire la libera evacuazione dell’aria e, soprattutto, per alimentare con metallo fuso il pezzo che, solidificandosi, si ritira: in tal modo si evita la formazione di cavità
ORGINE
Dal latino respirare, infinito presente attivo di respiro formato da re, che indica la ripetizione di un’azione anche al contrario e da spiro, “soffiare”.
SULLA PAROLA
Tanto è stato scritto, detto, studiato, sperimentato, ideato su questa parola che è difficile farne un sunto o elencarne i principali contributi. Vado un pò random, seguendo la mia personale ispirazione e … l’inspirazione e l’espirazione. Dal sostantivo al verbo, all’azione, per quanto involontaria. Io Respiro. Io sono viva. La vita scorre nel mio corpo grazie al Respiro. Togliendo re, cioè smettendo ripetere l’azione, io spiro, lascio questo piano di esistenza terrena. La nostra vita inizia con la prima inspirazione e termina con l’ultima espirazione, né più, né meno. Questa riflessione fa nasce in me, e forse anche in te, un senso di gratitudine, di meraviglia.
“Ho bisogno di un attimo di respiro”. “Mi manca l’aria in certe situazioni” ” Quella relazione mi soffoca” “Questa vista allarga il respiro” “Un progetto di ampio respiro”
In quante situazioni diverse usiamo la parola respiro! C’hai mai fatto caso? E’ sempre una metafora per un senso “Sollievo, liberazione, tregua o sosta, pace, liberazione da fatiche, impegni affannosi, preoccupazioni”.
ALCUNE DOMANDE
Qual è il tuo rapporto col respiro? Ti capita di portare l’attenzione al respiro durante il giorno? Quando? In che stato d’animo sei quando lo fai?
Senza modificare e senza giudicare nulla, osserva il tuo respiro ora. Com’è? Puoi accoglierlo così com’é? O ti viene di modificarlo per come il respiro “dovrebbe” essere? Fin dove arriva nel corpo il respiro che entra? L’inspirazione e l’espirazione hanno la stessa durata? Continua ad osservare il respiro, senza modificare e giudicare nulla. Cosa accade al corpo, alla mente, al tuo essere quando osservi il respiro per qualche minuto?
Conosci tecniche di respirazione? Le pratichi? Quando?
Che ne diresti di praticare questa settimana il portare l’attenzione al respiro più volte durante il giorno? Semplicemente portare l’attenzione al respiro, senza modificare o giudicare nulla, e osservare cosa accade nel corpo.
Cos’è che ti “allarga” il respiro, in senso fisico e in senso figurato? Puoi portare l’attenzione anche all’uso della parola respiro come metafora.
Buongiorno!
Come è andato il primo approccio con il nuovo luogo: ABITARE IL CORPO? Che cosa è emerso? Qualcuno ha condiviso di non aver mai considerato il corpo come una casa, di avere l’impressione di non averlo mai abitato, di averlo in qualche modo evitato. E tu? Qual è il tuo significato di abitare il corpo?
Perché tutto ciò che accade nel corpo accade ora, qui, adesso. Il corpo è LO strumento per vivere nel presente. Quando abitiamo il nostro corpo siamo nel presente.
Ma come si fa ad abitare il corpo? Questa settimana lo facciamo prendendo l’aiuto del respiro. Ti propongo due modalità e se hai voglia di provarne altre prenditi la libertà di farlo e fammi sapere come va.
La prima modalità l’abbiamo già sperimentata a luglio: Nel corso della giornata osserva il respiro quanto più spesso è possibile. Vedi fin dove arriva: clavicole, torace, addome? Scovalo, fagli tana, proprio come a nascondino. Quando l’hai trovato, ringrazialo e fai volontariamente qualche respiro più lungo e profondo.
La seconda modalità l’ho imparata da Marina Borruso e consiste nel portare l’attenzione sulla punta del naso e sentire il respiro, la lieve brezza che entra ed esce, senza seguirla nel suo percorso dentro il corpo. Resta semplicemente con l’attenzione centrata sulla punta del naso senza cercare nulla, senza fare nient’altro.
Prova le due pratiche, senti la differenza, se c’è; senti quale modalità ti permette di abitare il corpo, l’una, l’altra, tutte e due. Fai altri tentativi di abitare il corpo attraverso il respiro. Sii curiosa/curioso. Siccome lo sono anch’io ti chiedo di condividere qui la tua esperienza e te ne ringrazio fin d’ora.
Dopo aver giocato con i colori la scorsa settimana, continuiamo il nostro viaggio di 52 Sfumature di Sè con la 28° tappa dedicata a GIOCARE con il RESPIRO.
Il respiro è vita. Possiamo vivere senza mangiare per circa un mese, senza bere per una decina di giorni, senza respirare mediamente meno di un minuto. Eppure la maggior parte di noi respira appena, in modo breve e superficiale per gran parte del tempo. Allora questa settimana ti propongo di portare l’attenzione al respiro in modo giocoso e presente.
NASCONDINO Nel corso della giornata osserva il respiro quanto più spesso è possibile. Vedi fin dove arriva: clavicole, torace, addome? Scovalo, fagli tana, proprio come a nascondino. Quando l’hai trovato, ringrazialo e fai volontariamente qualche respiro più lungo e profondo. Osserva come ti senti, cosa cambia nel tuo stato, nel tuo umore.
FISCHIETTARE e CANTARE. Fischietta o canta la tua canzona preferita quando puoi: mentre sei in macchina, mentre cammini, fai la doccia … Osserva se cantare o fischiettare cambia il tuo modo di respirare, il tuo stato d’animo, le tue relazioni.
SUONARE uno strumento a fiato. Può darsi che tu abbia un’armonica a bocca, un flauto, uno scacciapensieri … portalo con te questa settimana e suonalo quando puoi, giusto per diletto al di là della pura prestazione artistica.
LE BOLLE DI SAPONE. Da quanto tempo non ti immergi nella magia delle bolle di sapone? Compra o crea tu stesso il liquido giusto e … soffia al parco, in casa, ma anche in ufficio, perchè no? Osserva l’effetto che fa in te e nelle persone intorno.
SCAMBIO. Hai mai pensato che tutti gli esseri viventi sulla terra, dagli animali alle piante, passando per l’essere umano scambiano in continuazione ovunque nel mondo l’aria che respirano, l’aria che respiriamo. Ad ogni respiro uno scambio, sempre, in tutta la terra, sotto lo stesso cielo. Cosa suscita in te questa considerazione? Quale emozione, pensiero, sentimento? Come cambia il tuo respiro?
Lascia andare la tua creatività per GIOCARE con il RESPIRO questa settimana e condividi la tua idea nella pagina Facebook o tramite lo strumento che preferisci. Grazie.
Ricorda che la prossima settimana ci incontreremo per GIOCARE INSIEME all’aperto LA SERA DI GIOVEDì 25, scrivi per avere maggiori informazioni e prenotare la tua partecipazione.
Nel suo libro Il Potere di adesso, Eckhart Tolledice: “State attenti all’apparire in voi di ogni segno di infelicità in una qualunque forma: può trattarsi del risveglio del corpo di dolore(*) Può prendere la forma d’irritazione, impazienza, uno stato di anima oscuro, un desiderio di ferire, rabbia, furia, depressione, un bisogno di avere un pò di dramma nella vostra relazione e cosi via. Afferratelo nel momento in cui si risveglia del suo stato latente. Il corpo di dolore vuole sopravvivere, proprio come qualunque entità esistente. E può sopravvivere solamente se inconsciamente vi identificate con lui. Può allora venir su, possedervi e vivere attraverso di voi. E si nutrirà di ogni esperienza che risuoni del suo proprio tipo di energia, qualunque cosa crei nuovo dolore sotto qualunque forma: rabbia, distruttività, odio, lutto, dramma emozionale, violenza e persino malattia. Cosi il corpo di dolore, quando vi ha posseduto, creerà nella vostra vita una situazione che riflette la sua propria frequenza energetica, perchè se ne possa nutrire. Il dolore può solo nutrirsi di dolore. Il dolore non può nutrirsi di gioia: la trova veramente indigesta!“
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Molte persone sono abituate ad identificarsi col dolore, la rabbia, l’odio, il lutto, il dramma, la malattia e non riescono neppure a concepire che possano vivere una vita di Gioia e allenarsi alla Gioia, pensano che sia qualcosa per persone naif e fuori dalla realtà.
Allenarsi alla Gioia non è negare l’esistenza della sofferenza, delle guerre, l’inquinamento, la distruzione e la morte nel mondo e nella vita di ogni essere umano sulla terra. E’ piuttosto praticare la capacità di scelta. Infattiquello che ognuno di noi può scegliere di fare, ed in questo abbiamo una libertà assoluta che nessuno ci può togliere, èidentificarsi o meno con ciò che lo circonda, con ciò che accade o con i pensieri che la sua mente produce.
Vivere una vita di Gioia non significa quindi far finta di niente o indossare un falso sorriso difronte a qualunque cosa accada. E’ un allenamento, una disciplina, un modo di vivere che ha a che fare con l’accorgersi, essere consapevoli di sé iniziando da ciò che accade nel proprio corpo, prima ancora che nella propria mente. Il corpo infatti ci dà sempre segnali chiari; quando c’è qualcosa che non va ci può essere una contrazione dello stomaco, una tensione nelle spalle, un’accelerazione del battito cardiaco, una postura ingobbita. Quando siamo felici e tutto va bene il cuore e il torace sono aperti, il respiro è quieto e ampio, la testa e la colonna sono dritti, l’andatura stabile. Il corpo non mente ed ha una saggezza infallibile sempre al servizio della nostra salute e del nostro benessere mandando messaggi in continuazione.
Allora iniziamo a lasciare andare il corpo di dolore con qualche piccolo accorgimento pratico:
√ ascoltiamo il nostro corpo, i suoi messaggi, i segnali che ci invia;
Un piccolo passo, anzi 5 piccoli passi, verso la Gioia di Essere.
(*) Qualsiasi emozione negativa che non sia completamente confrontata e vista per quello che è nel momento in cui nasce, non si dissolve completamente. Si lascia dietro un resto di dolore. I resti del dolore rimasto da una qualsiasi forte emozione negativa non affrontata, non accettata, e quindi non lasciata andare, si uniscono per formare un campo energetico che vive in ogni cellula del vostro corpo. Questo campo di emozioni vecchie, ma ancora molto presenti e che vivono in quasi tutti gli esseri umani, è il corpo di dolore.
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