Nella nostra società si sbattono in prima pagina immagini di morti, in mare, in guerra, negli attentati … ma della morte, di sorella Morte, come la chiamava San Francesco, non se ne parla mai. E’ un tabù, una sorte di esorcismo, di scaramanzia, di negazione, di evitamento. E così evitiamo pure la vita.
Eppure la morte fa parte del ciclo della vita tanto quanto la nascita;
Eppure, per dirla con Totò, la morte è una livella che riguarda tutti gli esseri viventi su questo pianeta.
Eppure, come dice Frank Ostaseski «la morte è molto più di un evento medico. È un tempo di crescita, un processo di trasformazione che ci apre alle più profonde dimensioni della nostra umanità. La morte risveglia la presenza, cioè un’intimità con noi stessi e con tutto ciò che è vivo»
12 marzo 2057
Oggi sono andata a trovare la mia bisnonna. C’era una festa grande perché la sua cara amica compiva 100 anni. Lei e la nonnabis vivono in campagna in un bellissimo posto, magico direi, insieme a qualche altra persona centenaria come loro e ad alcune famiglie che sono arrivate via via nel corso di questi trent’anni.
Come sempre in queste occasioni di festa partono i racconti dei tempi andati. La mia bisnonna racconta che tanto tempo fa, tanto tanto tempo fa quando la mia mamma non era ancora nata, c’è stato un periodo in cui imperversava un virus fortissimo. Si chiamava Corona Virus.