21 parole per il 2021 | morte

“Nella nostra epoca – cosiddetta civile – manca la cultura della Morte, che è solo un momento di passaggio verso uno straordinario meglio che noi non possiamo nemmeno immaginare perché siamo limitati dal gioco di ruolo che stiamo vivendo qui.” ha scritto lo scorso settembre Maria Fida Moro in una lettera aperta sull’allerta Covid .

Non so cosa ci sia dopo la Morte, non so se si riparta dal via, dopo aver pagato pegno, come nel gioco dell’oca. Il punto non è cosa accade dopo la Morte.

Il punto è la mancanza della cultura della Morte. Mancanza che svilisce la Vita.

Nella nostra società si sbattono in prima pagina immagini di morti, in mare, in guerra, negli attentati, negli ospedali … ma della morte, di sorella Morte, come la chiamava San Francesco, non se ne parla mai. E’ un tabù. Al solo sentirne parlare si crea una sorte di esorcismo, di scaramanzia, di negazione, di evitamento. Come Woody Allen che ebbe a dire “Non è che ho paura di morire. Solo che non voglio esserci quando accadrà

Accecati dal mito dell’eterna giovinezza, facciamo di tutto per ricacciare la Morte più in là possibile. Si vede nelle piccole cose come in quelle grandi, dalla tinta che copre i primi capelli bianchi ai botulini e la chirurgia estetica, dall’assicurazione per ogni piccolo possibile incidente al prolungare la vita ad ogni costo con accanimenti terapeutici che tolgono dignità al malato.

Eppure la Morte fa parte del ciclo della Vita, tanto quanto la Nascita, la gioventù, l’età adulta, l’invecchiamento.

Eppure, per dirla con Totò, la morte è ‘na livella per tutti gli esseri viventi su questo pianeta da sempre.


Eppure, come dice Frank Ostaseski che da decenni si occupa di assistenza in fin di vita, «la morte è molto più di un evento medico. È un tempo di crescita, un processo di trasformazione che ci apre alle più profonde dimensioni della nostra umanità. La morte risveglia la presenza, cioè un’intimità con noi stessi e con tutto ciò che è vivo». Credo sia stata proprio questa l’esperienza di una mia giovane amica, al cui funerale ho preso parte ieri.

Non la sentivo da mesi e non sapevo che la sua salute fosse stata di nuovo seriamente minata. Era una persona cara, la notizia del suo decesso è stata un fulmine a ciel sereno, lasciandomi senza parole e con un profondo dispiacere. Eppure nel tragitto verso la chiesa qualcosa è cambiato. Mi sono sorpresa a pensarla con gratitudine, verso la vita che ci aveva fatto incontrare, verso di lei e i bei momenti di danza e condivisione vissuti insieme, verso quella trasformazione intima e profonda, quella grande luce interiore cui la malattia l’aveva portata. Non posso dire che la gratitudine abbia scalzato il dispiacere. Se penso di non poterla più abbracciare quasi mi si ferma il cuore. Eppure i piccoli passi di vita e di danza che abbiamo condiviso, quella luce che ha lasciato in me e in molti che l’hanno conosciuta sono una dolce carezza, un balsamo per l’animo mesto.

Se davvero volete conoscere lo spirito della morte, spalancate il vostro cuore al corpo della vita.” scriveva Khalil Gibran

Mio padre è morto nell’agosto del 2019. Avrebbe compiuto novant’anni qualche mese dopo. Se n’è andato serenamente, sostenuto dalla sua fede e soprattutto dalla consapevolezza di aver speso bene la sua vita, di aver seguito e perseguito il suo compito su questa terra, anche quando è stato difficile e doloroso, anche quando è stato giudicato pazzo da molti. Proprio per questo il suo funerale è stato un inno alla vita, è stata la celebrazione di una vita piena, ricca, coerente, coraggiosa. Ci sono state lacrime, naturalmente. Il distacco è umanamente doloroso. Mentre accompagnavo il feretro a Prima Porta per la cremazione, mi sono sorpresa a pensare che mi piacerebbe morire così. Perdiamo molto della Vita a evitare di parlare della Morte, a temerla piuttosto che considerarla un evento naturale.

Nella Nuova Umanità abbiamo bisogno di creare la cultura della Morte, di riportarla al suo posto nella Vita.


L’anatra, la morte e il tulipano di Wolf Erlbruch è un bellissimo albo illustrato sul tema. Prenditi dieci minuti per godertelo sia per le immagini e che per il testo.

Suggerimenti per il corpo

L’altro giorno una persona mi raccontava che si stava rendendo conto di vivere talmente tanto nei suoi pensieri e nella sua testa che il resto del corpo non lo sentiva più, non lo percepiva più. In un certo senza era come se il suo corpo fosse morto per lei, fosse semplicemente un supporto per tenere la testa “pensante”.

Come risuonano queste parole dentro di te? Come senti il tuo corpo? E’ vivo? Senti l’energia vitale scorrere in esso?

Oggi stai in compagnia della forza vitale del tuo corpo. Osserva se ci sono delle parti dove non ce n’è, quelle zone che non senti, dove porti raramente l’attenzione. Se ne trovi stai particolarmente in loro compagnia, accarezzale, massaggiale, prenditene cura.

Un piccolo passo verso la Gioia di Essere

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