Il messaggio dei tre Collier

Fra ieri sera e oggi pomeriggio mi è capitato  di avere a che fare con un Collier per ben tre volte: ogni volta un Collier diverso, ogni volta un’arte diversa.  Semplici coincidenze o sincronicità? C’è un nesso fra i tre Collier? Se c’è di cosa si tratta? Quale messaggio vogliono portarmi?

Espongo qui di seguito i fatti in puro ordine cronologico, azzardando alla fine un’ipotesi su un possibile messaggio. Se hai voglia di dirmi la tua, scrivila qui, sarò felice di leggerla.

I fatti sono questi.

Ieri sera sono stata all’Altracittà, libreria romana che mi è particolarmente cara. Molto più di un luogo dove si vendono libri, l’Altracittà è uno spazio gestito con calda accoglienza e vivace curiosità da una splendida libraia e un eclettico musicista, un luogo dove ci si incontra in occasione di laboratori, studi, concerti, progetti, spettacoli, mostre.

Sono andata  a vedere la presentazione di Fusione,  la nuova linea di gioielli di abcDEsign, creati da Emanuela, un’artista aquilana che avevo già conosciuto lo scorso anno, e dalla sua collega Donatella. Il nome di questa nuova linea di “bigiotteria e dintorni nasce dalla caratteristica principale di questi oggetti: la fusione di materiali plastici di recupero nati per assolvere altre funzioni”. C’erano anelli, bracciali e collane di varie forme e dimensioni.

Collier in francese significa collana. E’ facile immaginare che il primo dei tre collier di questo mio fine settimana sia presentato sotto forma di collana. Mi sono infatti lasciata conquistare da una delle collane plastiche della collezione; plastiche non tanto per il materiale di cui sono composte quanto per il senso di movimento che suscitano alla vista e al tatto. Una in bianco e nero che non vedo l’ora di indossare.

Dopo la mostra sono andata a cena da amici. Uno degli invitati, un esperto di musica, parlava con grande passione di certo Jacob Collier di cui non avevo mai sentito parlare. Questo secondo Collier del weekend, il primo con la C maiuscola, è un giovanissimo musicista londinese che ha entusiasmato Quincy Jones, Herbie Hancock e Chick Corea ancora prima dell’uscita del suo primo disco Into my room. L’amico ne parlava con tale fervore che appena tornata a casa ne ho ascoltato alcuni brani. Effettivamente è entusiasmante, le sue doti musicali sono eccezionali. La sua voce e i suoi vocalizzi sono un mix di Bobby McFerrin e dei Manhattan Transfer. Esegue da solo tutti i vari ritmi e vocalizzi, passando con grande maestria dalle armonizzazioni vocali al pianoforte jazz. Una meravigliosa scoperta, un piacere per l’orecchio. Ascoltate e guardate!

Il terzo Collier, anche lui con la C maiuscola, è giunto a me oggi pomeriggio sfogliando Medichesse, un libro molto interessante di Erika Maderna, edito dalla Aboca, sulla vocazione femminile per la medicina. Le donne sono da sempre le custodi dei segreti delle erbe e delle piante officinali, e sono per natura e sensibilità inclini alla cura. Attraverso i secoli le medichesse hanno assunto identità e volti diversi: maga, sacerdotessa guaritrice, ostetrica, erborista, monaca, alchimista, compilatrice di ricettari. Il libro ne parla in maniera ampia con il sussidio di belle immagini. Una di queste è riportata qui a sinistra. Si tratta della sacerdotessa di Delfi di John Collier, pittore e scrittore inglese morto nel 1934, il terzo e più antico dei Collier del mio weekend.

Come dicevo all’inizio, per molti questi fatti possono essere semplici coincidenze.  Quando ho letto che l’autore del quadro era un Collier la mia mente ha inviato a interrogarsi, fantasticare, cercare legami.

La parola francese collier significa anche collare, catena. Possiamo intendere la catena, come gabbia, legame, qualcosa che ci tiene incatenati, imbrigliati,  legati, ingabbiati.

Mi piace pensare che il messaggio dei miei tre Collier sia che qualunque forma  prenda (musicale, pittorica, orafa, canora, danzata), l’espressione artistica è uno strumento potente per rompere i  nostri legami, le nostre gabbie interiori .

Deformazione professionale di art-counselor o sincronicità?  Che ne pensi? Scrivi qui la tua opinione se vuoi. La leggerò con grande piacere.

Un piccolo passo verso la Gioia di Essere.

, ,
Articolo precedente
Il paese Diqua e il paese Dillà
Articolo successivo
Vieni! Ti mostro lo Studio di via Taro
Menu