La pienezza, chiamata anche menopausa, è il tempo del ritiro del sangue mestruale. Per poter parlare di menopausa deve trascorrere un anno senza mestruazione. Ciò accade intorno ai 52 anni. Il sangue che sgorgava per dare la possibilità di pulirsi e curarsi, per donare come servizio il suo potere, ora è trasformato in energia e saggezza per se stesse.

Tutta l’energia che il corpo usava nell’elaborazione dell’ovulo, del corpo luteo, delle mestruazioni e nelle varie funzioni riproduttive, ora è riciclata all’interno del corpo e della mente per venir usata in funzioni superiori di creatività, conoscenza e sviluppo personale. Questa energia in più, di cui ora dispone la donna matura, è molto potente, per cui se è ben utilizzata può portare al completamento di processi importanti; certo, se mal utilizzata, può essere estremamente distruttiva.

In questa tappa, la donna inizia a partorire se stessa, dando luce ad una donna rinnovata, saggia e potente. All’inizio attraversa il lutto per l’abbandono della fertilità, e questo periodo coincide esattamente con quello in cui i suoi figli iniziano a lasciare il focolare materno, e si verifica quella che è conosciuta come “sindrome del nido vuoto”, che è, in una certa maniera, un lutto. È un periodo di trasformazione interiore, malinconia, introspezione e riflessione. È il momento di creare, con la saggezza, un mondo armonioso intorno a sé.

Come con tante altre credenze socioculturali sbagliate, ci hanno inculcato che la menopausa (pienezza, completitudine) è una malattia e che i sintomi del cambiamento ormonale sono terribili per la donna. In pratica, quando una donna arriva alla menopausa è come se fosse una morta vivente, senza possibilità di fare sesso, con il rischio di farsi male per qualsiasi motivo, con dolori che non le permettono di godere di nessuna attività e persino senza memoria!

La nostra società glorifica la gioventù e la donna, anche ai giorni nostri, è trattata come un oggetto di soddisfazione sessuale maschile, o nel migliore dei casi, come oggetto di riproduzione. Pertanto la donna matura, liberata dalla possibilità di riprodursi, perde il suo valore sociale.

È per questo che dobbiamo recuperare il nostro potere, rispettare i cicli naturali e noi stesse. Nessuno dei sintomi della pienezza è casuale: l’assunzione di ormoni genera la negazione del tempo che stiamo vivendo, le vampate sono ondate di energia trasformatrice, sono una forma di autoimmunizzazione del corpo e i dolori non sono legati alla menopausa ma sono dovuti alla cattiva alimentazione e alla mancanza di esercizio accumulati durante gli anni.

Le vampate non sono necessariamente intollerabili, se appaiono è perché c’è un ingorgo di energia nel fegato.

Se favorissimo una cultura più armonica nei confronti della natura, al raggiungimento dell’età matura, noi donne godremmo del riconoscimento di sagge all’interno della comunità, svolgendo ruoli di consigliere, curatrici, mettendo in atto le nostre conoscenze e le capacità proprie di questa tappa di pienezza. Donne con libertà sociale, con la capacità di prendere le proprie decisioni, cominceremmo a giocare un ruolo da protagoniste nella storia delle nostre vite.

Un piccolo passo verso la Gioia di Essere

Estratto da “Il mio sangue cura, il potere di guarigione del sangue mestruale di Zulma Moreyra Macro Edizioni pagg. 146-147

Foto di Ilzy Sousa da Pexels

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