21 parole per il 2021 | gioco

II bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé, scrive Pablo Neruda. Ma cos’è il gioco? 

La parola gioco deriva dal latino iocus, in origine “gioco di parole”, “scherzo”, facezia arguta o volgare, che al plurale indica spesso i giochi amorosi, il corteggiamento disimpegnato, i componimenti letterari a sfondo erotico. Diverso da ludusche indica piuttosto il gioco d’azione. 
L’etimologia greca della parola gioco è paignion che ha la medesima radice di pais, “bambino”, di paizein (che significa “giocare”, ma anche danzare, suonare, fare l’amore), e infine di paideia, “educazione” e cultura nel senso più nobile e completo del termine. 

Il gioco si basa su un’unione inscindibile tra leggerezza e serietà. Infatti, pur essendo espressione della massima libertà, il gioco richiede il rispetto delle regole su cui è fondato, regole senza le quali il gioco non solo non funzionerebbe, ma non esisterebbe. Per questo giocare è fondamentale e formativo direi fin dalla nascita. 

Secondo Maria Montessori, educatrice nota per il metodo educativo che prende il suo nome, il gioco è importante perché:

  • È volontario, propositivo e spontaneo
  • Viene stimolata la creatività attraverso capacità di problem solving, competenze linguistiche e abilità fisiche
  • Aiuta la formazione di nuove idee
  • Aiuta l’adattamento sociale del bambino
  • Aiuta a contrastare eventuali problemi emotivi

Ma se il gioco è un modo per apprendere e sviluppare capacità creative perché non può essere benefico anche per gli adulti? Il gioco è la porta verso la vitalità. Per sua natura è unico e intrinsecamente gratificante. Esso genera ottimismo, porta novità, aiuta il sistema immunitario, favorisce l’empatia e promuove un senso di appartenenza e di comunità. Giocare migliora anche le relazioni. Lasciar correre l’l’immaginazione e la fantasia, attraverso il gioco -specialmente se condiviso- produce un clima in cui è più facile trovare interconnessioni umane, approfondire i rapporti interpersonali e viverli in maniera più gratificante.

Secondo Charles E. Schaefer, che nel 1982 fondò insieme a K. O’ Connor l’Associazione Play Therapy : “Non siamo più pienamente vivi, più completamente noi stessi e più profondamente assorti in qualcosa, che quando giochiamo”.
Catherine Fenwick, autrice, terapeuta e ideatrice di Healing with Humor scrive: “Il tuo corpo non può guarire senza giocare. La tua mente non può guarire senza ridere. La tua anima non può guarire senza gioia”.  Quasi duemila anni prima Lau Tzu sosteneva che il gioco è la medicina più grande”.

Suggerimenti sul corpo

Ti ricordi il gioco della campana? Disegnalo dove sei, anche sul pavimento del tuo soggiorno, e gioca. Se preferisci, scegli qualche altro gioco, qualcosa che faccia divertire anche il tuo corpo.

Un piccolo passo verso la Gioia di Essere

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